Moms Don’t Quit: mamme ribellatevi, il mondo del lavoro ha bisogno di voi
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Moms Don’t Quit: mamme ribellatevi, il mondo del lavoro ha bisogno di voi

Dire basta, ribellarsi provando a mettere la parola fine. Come fosse un urlo liberatorio: la maternità non è un problema per la donna che lavora. Le mamme non sono una zavorra della società, lavoratrici da appallottolare e buttare via come una cartaccia. Proprio dall’Italia, che per anni ha adottato la prassi delle dimissioni in bianco in caso di gravidanza, nasce l’importante campagna di comunicazione dal titolo “Moms Don’t Quit – le mamme non si dimettono”. Un’iniziativa che mira a contrastare e debellare l’obbligo lavorativo a cui molte donne sono sottopo: scegliere tra maternità e lavoro.

Tutta la campagna ruota attorno ad un video provocatorio: cosa accadrebbe se le donne consegnassero ai loro figli una lettera di dimissioni dal ruolo di mamma? La risposta dei bambini è un insegnamento di vita. Invita a pensare, a porsi delle domande e a trovare delle soluzioni. Soprattutto visto che ancora tanti datori di lavoro, le dimissioni per le donne in gravidanza le considerano “necessarie”. Il mondo del lavoro ha bisogno delle mamme, questo è il messaggio centrale della campagna. “Moms don’t quit” è un progetto di comunicazione sociale e di sensibilizzazione, ideato e realizzato da FCB Milano, Agenzia Pubblicitaria player Internazionale, che opera in Italia da oltre 45 anni.

Oltre la campagna c’è anche una petizione online (clicca qui per maggiori informazioni) diretta al Ministro Delle Pari Opportunità, al Presidente Della Repubblica Italiana, al Presidente Del Senato e al Presidente Della Camera. L’obiettivo è quello di creare al più presto un tavolo di lavoro parlamentare, che possa coinvolgere mamme che hanno perso il lavoro e lavoratrici in gravidanza, al fine di creare una specifica agenda parlamentare su questi temi: sblocco immediato delle iniziative previste dalla Legge di Stabilità ed iniziative concrete volte a modificare il contesto culturale nel quale ancora oggi troppe donne sono costrette a scelte che compromettono l’importante valore da loro apportato al mondo del lavoro.

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